La capacità potenziale di comprendere la musica non è un’attitudine speciale concessa a pochi eletti: tutti gli esseri umani la possiedono Edwin E. Gordon
Il livello più alto di capacità potenziale di apprendimento musicale del bambino è quello con il quale nasce. Per mantenere e potenziare questa attitudine, è importante stimolarla fin dai primi mesi di vita, costruendo per lui un ambiente musicalmente significativo. Il laboratorio è volto a sviluppare il potenziale di apprendimento musicale attraverso un percorso naturale, non dissimile dal normale processo di conoscenza e pratica della lingua madre. Si cercherà di favorire nel bambino uno sviluppo armonico della ‘audiation’ (una espressione coniata da Edwin Gordon), che consiste nella naturale capacità di sentire e comprendere internamente la musica e i suoi meccanismi. Partendo dagli stimoli sonori presenti nell’ambiente o prodotti da lui stesso, il bambino verrà accompagnato nella prima scoperta del proprio ‘pensiero musicale’, tramite l’ascolto, l’imitazione e la ripetizione di suoni, ritmi e piccole melodie. Verranno messe a disposizione della sua intelligenza musicale melodie appositamente costruite su vari modi musicali e pattern ritmici, soprattutto attraverso la voce e il canto, ma, in alcune sedute, anche attraverso l’ascolto di musica strumentale, registrata o prodotta dal vivo da un ospite. Il laboratorio è rivolto a bambini di età compresa tra 0 e 24 mesi, ciascuno accompagnato da un adulto. Si svolgerà un pomeriggio alla settimana per una durata di circa 50 minuti. Si raccomanda di indossare abiti comodi e calzettoni.
“La musica è una peculiarità dell’essere umano e, al pari delle altre forme d’arte e del linguaggio, svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’individuo. Attraverso la musica, infatti, il bambino sviluppa capacità di introspezione, di comprensione degli altri e della vita stessa, e – cosa forse più importante – impara a migliorare la sua capacità di sviluppare e di alimentare liberamente la propria immaginazione e la propria creatività.” Edwin E. Gordon